
La Fondazione Soleterre lancia l’allarme: “Mancano i farmaci chemioterapici nei reparti pediatrici”.
Milano/Betlemme, 21 luglio 2025. “Non sembrano bastare le terribili condizioni di assedio in cui vivono da circa due anni i bambini e le famiglie in Palestina con i conseguenti traumi per lo sviluppo affettivo, cognitivo e relazionale degli adulti di domani. A questo, infatti, si aggiunge il pericolo più grande: non avere accesso alle cure mediche essenziali”, denuncia Damiano Rizzi, Presidente di Soleterre e psiconcologo.
“Attualmente, in tutta la Cisgiordania, il Beit Jala Hospital è l’unico a ospitare un reparto di oncologia pediatrica rifornito dei farmaci necessari, mentre gli altri due reparti della regione, Istishari Arab Hospital di Ramallah e Al Najah University Hospital a Nablus hanno difficolta a reperirli. Questo è stato possibile soltanto grazie all’acquisto effettuato da Soleterre attraverso le tante donazioni ricevute, ma si rende adesso necessario intervenire con un’ulteriore raccolta fondi per rifornire urgentemente i centri medici sprovvisti delle terapie salvavita a garantire che possano continuare, senza interruzioni, i protocolli di cure. In contesti come questo, se non si interviene con aiuti internazionali, il rischio di morire per l’impossibilità di ricevere cure è estremamente elevato”, conclude Rizzi.
Continua a rendere possibile il cambiamento. Dona ora: https://soleterre.org/childrencenter/
Fondazione Soleterre
Soleterre è una ONG che nasce nel 2002 per tutelare il benessere psicologico e fisico delle persone in ogni parte del mondo. In particolare, quelle che vivono un trauma a causa di guerra, malattia, povertà, emarginazione. Attraverso un network di oltre 60 psicologi interviene in reparti di oncologia pediatrica in Italia e nel mondo per sostenere le famiglie durante tutto il percorso di malattia e assiste la popolazione vittima di guerre e crisi umanitarie con supporto psicologico d’emergenza.
Per Soleterre, in emergenza le cure non devono mai essere interrotte, ecco perché con la guerra in Ucraina prima e in Palestina poi, sostiene gli ospedali in difficoltà e le persone che affrontano il duplice trauma della guerra e della malattia. In oltre 20 anni di lavoro ha assistito oltre 400mila persone nel mondo.