Eternals segna un cambio di registro nel Marvel Cinematic Universe, con molte novità positive ma anche qualche piccola controindicazione
Da tempo una fetta di spettatori chiede alla Marvel di mettere in scena film con un tono più cupo e maturo. Come già si intuiva dal materiale promozionale e dalle dichiarazioni della regista Chloé Zhao, la nuova pellicola Eternals è la risposta a tali richieste. Nonostante il malumore di parte della stampa e del pubblico, quanto viene mostrato in Eternals deve essere senza dubbio premiato, nonostante allo stesso tempo sia comprensibile che qualcuno possa avere difficoltà del seguire un prodotto così diverso da quelli ai quali la Marvel ci ha abituato.
Premesse narrative
Eternals racconta la storia di questa specie di semidèi (se così si possono definire) mandati sulla Terra millenni fa dalle entità cosmiche-divine note come Celestiali, affinché possano proteggerla dai terrificanti Devianti e, allo stesso tempo, affinché aiutino l’umanità a progredire. Gli Eterni sono esseri millenari, che sono sulla Terra almeno da quando l’uomo è minimamente civilizzato. Ognuno di loro ha un potere particolare da sfruttare per aiutare il prossimo e combattere i Devianti.
Nel film viene spiegato quasi subito perché in tredici anni di film, serie tv e animazione non ne abbiamo mai sentito parlare, con un espediente forse troppo semplice ma che si accetta senza problemi. Proprio sfruttando il dato anagrafico dei personaggi, Eternals si concede il primo elemento di diversità rispetto al resto del Marvel Cinematic Universe (da qui in avanti Emmsiuuu), impostando il proprio racconto su più linee temporali, dislocate fra passato e presente.
Eternals parte da queste premesse narrative che già pongono il film su un livello molto diverso da quello degli altri prodotti Emmsiuuu.
Eternals è su un altro livello
A livello esistenziale i proverbiali super-problemi di questi particolari supereroi vanno oltre quelli dei “colleghi” visti finora; persino le pellicole dedicate a Thor, divinità nordica, non hanno mai toccato certe tematiche e sollevato certi dubbi esistenziali che si presentano in maniera quasi assillante in Eternals, nonostante i personaggi siano accomunati da una natura divina.
Se però la gestione di Thor è stata criticata per aver assunto troppe volte una deriva sin troppo comica (a tratti quasi macchiettistica), la Zhao per i suoi eroi ha imboccato la strada opposta, quella della riflessione e della serietà. Come detto, non tutti digeriranno la verbosità di alcuni passaggi del film, ma al tempo stesso bisogna riconoscere l’ottimo lavoro di scrittura e caratterizzazione dei personaggi, tutti ben valorizzati nelle 2 ore e 37 minuti che il film giustamente si prende per non lasciare indietro nessuno. D’altronde, con un numero di eroi da introdurre da zero mai così alto, questa era probabilmente la miglior strada da prendere.
Oltre a ciò, Eternals ha il merito di proporre un canovaccio diverso da quello di quasi tutti i cinecomics che si sono visti dalla loro nascita decenni or sono. La trama riserva delle sorprese e non si risolve nel solito canovaccio riassumibile in “arriva la nuova minaccia – momentanea caduta dell’eroe – scontro finale”. C’è molto di più e non ho intenzione di anticipare niente; diversamente, chi non ha ancora visto il film rischierebbe di non gustarsi alcuni dei passaggi migliori di Eternals.
Eternals e la rappresentazione della diversità
Quello per cui la pellicola di Chloé Zhao ha fatto molto parlare sin dalle riprese, però, è la rappresentazione delle diversità. Il riferimento è in particolare ai personaggi di Phastos (primo personaggio apertamente omosessuale dell’Emmsiuuu) e Makkari, dotata di supervelocità che le permette di superare la velocità del suono ma allo stesso tempo sordomuta. Fra le varie critiche, quelle di aver stravolto i personaggi originari per piegarsi al leggendario “politicamente corretto”, terrificante mostro a tre teste che condizionerebbe ogni produzione cinematografica e televisiva del mondo (i libri no, perché tanto non li legge nessuno).
Se è indubbiamente vero che alcuni personaggi sono molto diversi dalla propria controparte cartacea (Makkari è addirittura un uomo) bisogna prendere atto che parliamo di opere meno note e meno fortunate rispetto ad altre trasposte sul grande schermo. Un lavoro di innovazione e svecchiamento di certi personaggi è normalissimo.
Tanto per fare un esempio: i giustamente osannati Guardiani della Galassia sono estremamente diversi dalle loro versioni fumettistiche (salvo allinearsi in parte a loro nelle storie recenti) ma non si sono viste polemiche analoghe. Drax non è grigio ma è verde e ha una caratterizzazione diversa da quella prettamente comica che vediamo al cinema. Anche in quel caso è stato necessario operare un rinnovamento della squadra e giustamente è stato apprezzato.
La cosa più importante, però, è come queste diversità sono affrontate dalla pellicola: non c’è alcuna retorica, vengono semplicemente descritti come tratti di quella persona senza porci l’accento. Una sobrietà che probabilmente è il modo migliore per portare determinate tematiche in prodotti che finora avevano sempre evitato alcune tematiche o ne avevano affrontate altre in maniera più goffa (come la celebre scena tutta al femminile di Avengers: Endgame). Qualunque polemica su questo tema va bollata come pretestuosa e probabilmente figlia di un malessere interiore di chi le muove.
Estetica e cast
Andando oltre, l’estetica di Eternals è molto particolare: i colori utilizzano principalmente tonalità cupe, lontane da quelle accese che utilizzava il leggendario Jack Kirby per le proprie tavole. La scelta è in linea con quello che è il tono del film. Visivamente sono molto riuscite le panoramiche, mentre il character design non è particolarmente incisivo, anche se la resa dei Celestiali è molto suggestiva.
Per quanto riguarda il nutrito cast, nessuno offre performance memorabili ma quasi tutti gli attori sono molto centrati, contribuendo a caratterizzare e rendere riconoscibile ognuno degli Eterni.
Riflessioni finali
Dopo Avengers: Endgame i film della Marvel sembravano aver detto tutto ed esaurito la propria spinta. In questa nuova fase, però, la Casa delle Idee ha deciso di diversificare ulteriormente i propri prodotti (da quelli in streaming a quelli cinematografici) per allargare il proprio pubblico ed evitare di farli annoiare ben presto. Eternals è un tassello fondamentale in quest’ottica, dimostrando finalmente come nell’Emmsiuuu possa esserci spazio per pellicole dal tono diverso. La controindicazione è però quella di poter “tradire” quella fetta di pubblico abituata ad un certo tipo di prodotto Marvel e che non chiede niente di diverso.
Consigli di lettura
Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche la recensione a strati di Avengers: Endgame.
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