BoJack Horseman è una serie animata, prodotta da Netflix, ambientata in una folle e coloratissima versione di Hollywood. Amata da critica e pubblico la serie è al momento alla quinta stagione.
Chi è BoJack?
Bojack è un personaggio incosciente, disincantato e cinico. Uno a cui durante l’episodio speciale per Natale fanno dire questo:
“Gli speciali di Natale sono di una stupidità unica, un cinico arraffa soldi da parte di compagnie avide di spremere qualche punto di gradimento in più da qualche scemenza sentimentale per ritardati mentali che passano il Natale a guardare una finta famiglia in TV invece di stare a chiacchierare, lì, con le proprie insulse famiglie”.
Direi che le premesse per amarlo ci sono già tutte.
BoJack Horseman (voce originale di Will Arnett) è un cavallo antropomorfo che vive nella sua lussuosa casa hollywoodiana, è un attore di mezza età celebre per aver interpretato la sitcom di successo degli anni ’90 Horsin’ Around, show che rimarrà sua croce e delizia. Una star della tv viziata e senza più ruoli, un uomo insoddisfatto ed egoista. Un narcisista autodistruttivo e capriccioso che si crogiola nella sua fama, che desidera una rivalsa, ma al tempo stesso ne è spaventato.
Che ve lo dico a fare, BoJack ha un debole per alcol e droghe e difficoltà nei rapporti umani, compreso quello con se stesso. Soprattutto quello con se stesso.
Nella serie c’è una chiara critica al mondo dello spettacolo, all’inseguimento forsennato del successo, ci lascia intravedere vari retroscena interessanti, ma è senza dubbio la dimensione psicologica quella più affascinante.
Cosa c’è di unico in BoJack Horseman?
La Hollywood sulla sfondo è popolata da umani e animali antropomorfi, che convivono e intrecciano relazioni di ogni genere come se niente fosse. Ogni umano-animale conserva dei tratti tipici della propria specie, dando vita a situazioni divertenti, nella maggior parte dei casi senza aver bisogno di nessuna parola. Tanto per fare un esempio, gli uomini-uccello sono perfettamente in grado di volare. Fantastici i paparazzi che sorvolano i cieli per accaparrarsi scoop.
I personaggi principali che ruotano costantemente attorno al mondo di BoJack sono quattro:
- Princess Carolyn (Amy Sedaris) – una irresistibile gatta rosa, astuta e determinata. È l’agente di BoJack, dotata di infinita pazienza e grandi capacità organizzative. Una donna-gatta in carriera non totalmente appagata dalla propria vita;
- Diane Nguyen (Alison Brie) – una scrittrice sulla trentina che diventerà la ghostwriter di BoJack, nel tentativo di rilanciare la sua carriera. Diane è umana, per esattezza di origine vietnamita. Una fiera femminista a volte eccessivamente cocciuta, costantemente insoddisfatta. Probabilmente è il personaggio con cui BoJack instaura il rapporto più complicato;
- Todd Chavez (Aaron Paul) – come Diane è un umano, è un ragazzo giovane, che si ritrova a vivere a casa di BoJack e a dormire sul suo divano dopo essersi imbucato ad una sua festa. Costantemente alla ricerca di attenzioni e costantemente ignorato dalla star. Forse l’unico in grado, a fatica, di far emergere del buono da BoJack;
- Mr. Peanutbutter – un labrador gioioso, sciocco, spesso superficiale, ma buono. Attore che ha raggiunto la fama negli anni ’90 come BoJack, ne è la perfetta antitesi.
Puntata dopo puntata, BoJack Horseman diventa sempre più profondo
Lo show non si limita ad essere una serie animata politicamente scorretta, come ce ne sono tante, no, è molto di più. Disegnata dall’illustratrice Lisa Hanawalt, esplora ad ogni episodio nuovi modi di raccontare e conquista anima e occhi facendo viaggiare lo spettatore tra il presente e il passato di BoJack, oscillando tra successi e insuccessi personali e professionali della sua folle vita da star e di tutti i personaggi che lo circondano.
Una serie incredibilmente di qualità, che vanta partecipazioni di varie Guest Star e una sigla ipnotica composta da Patrick Carney, batterista dei The Black Keys. Se le prime puntate partono sottotono, andando avanti ci si ritroverà di fronte a vette altissime, con riflessioni profonde sull’esistenza, sulla solitudine, sugli affetti.
BoJack Horseman parla dell’incapacità di accettarsi, dell’incredibile difficoltà di saper accogliere il proprio lato più umano, più fallibile, senza per questo finire per odiarsi. Rinnovata per la sesta stagione credo che BoJack Horseman avrà ancora molto da dire.
Nata nel pieno dei fantastici anni ’80 tra gli argentei ulivi pugliesi. Vedo più film e serie tv che persone! Per questo ho scelto di parlarne su Inchiostro Virtuale.