
La carenza di carburante minaccia di paralizzare i rifornimenti nel sud del Paese.
Milano/Gerusalemme, 26 giugno 2025. La crisi umanitaria già senza precedenti si sta ulteriormente aggravando. Una grave carenza di carburante in tutta la Striscia di Gaza, infatti, sta per paralizzare la fornitura di acqua potabile in diverse aree meridionali, soprattutto a Khan Younis, dove il 96% dell’acqua distribuita ogni giorno rischia di scomparire.
Secondo le valutazioni dell’équipe di Azione Contro la Fame sul campo, la distribuzione giornaliera di acqua da parte dei fornitori pubblici ha registrato un deficit di oltre il 60% e di quasi l’85% per i fornitori privati. Questa situazione rischia di compromettere criticamente l’accesso all’acqua potabile per almeno 78.000 persone nel sud del Paese nei prossimi giorni.
Dall’inizio della guerra, circa il 90% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie di Gaza sono state danneggiate o distrutte, compresi oltre 230 pozzi d’acqua e parti essenziali della principale conduttura idrica di Gaza, la conduttura Mekerot. Gli impatti sugli impianti di desalinizzazione, sui pozzi d’acqua e i sistemi di pompaggio hanno più che dimezzato la produzione di acqua dei livelli pre-crisi, lasciando quasi la totalità della popolazione di Gaza senza accesso all’acqua potabile.
Se non sarà possibile accedere alle riserve di carburante, si stima che oltre 120 strutture municipali, tra cui pozzi e stazioni di pompaggio delle acque reflue, rimarranno senza carburante entro la fine di giugno, con un impatto evidente sulle modalità di sostegno a un milione di persone in tutta Gaza.
Senza carburante, infatti, le infrastrutture umanitarie e la fornitura di servizi non potranno regolarmente funzionare e migliaia di persone non avranno accesso all’acqua potabile. Per esempio:
- gli impianti di trattamento dell’acqua hanno bisogno di 10.000 litri di carburante al giorno per funzionare;
- un’organizzazione umanitaria che distribuisce acqua ha bisogno di 260 litri di carburante al giorno;
- un’azienda locale che distribuisce acqua nelle aree centrali e meridionali ha bisogno di oltre 440 litri al giorno per funzionare regolarmente.
Solo un accesso umanitario immediato e senza ostacoli – a tutti i valichi di Gaza, ai movimenti all’interno di Gaza, alle famiglie bisognose e alle scorte di carburante – eviterà una grave catastrofe.
L’intervento di Azione contro la fame
Azione Contro la Fame gestisce più di 100 punti di rifornimento idrico a Gaza, Deir el Balah e nel sud, mentre tutti i punti nel nord di Gaza sono attualmente soggetti a ordini di spostamento e le restrizioni di movimento continuano a influenzare le operazioni. In più, Azione Contro la Fame continua a sostenere i centri sanitari e i campi per sfollati con attività di educazione alimentare, igienico-sanitaria, assistenza in denaro per le famiglie e fornitura di cibo in collaborazione con le cucine comunitarie.
Sebbene Azione Contro la Fame continui a rimuovere i rifiuti solidi, le squadre locali hanno osservato una netta diminuzione della quantità di rifiuti prodotti. Ciò è in parte dovuto al fatto che i rifiuti vengono spesso bruciati e usati come combustibile, una pratica pericolosa e tossica che testimonia la crescente inaccessibilità e scarsità di risorse nella Striscia.
Azione contro la Fame
Azione Contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a garantire a ogni persona il diritto a una vita libera dalla fame. Specialisti da 46 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione.
Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile. Ogni anno aiutiamo 21 milioni di persone.
Maggiori dettagli su www.azionecontrolafame.it