Mentre l’America si preparava a voltare pagina con i neo-eletti Biden-Harris, il Presidente uscente Trump giocava le sue ultime disperate carte, che gli sono valse un primato storico: il secondo impeachment.
Dopo il processo a cui era stato sottoposto all’inizio del 2020 per le pressioni sul Presidente ucraino affinché aprisse un’indagine contro Biden, questa volta Trump è stato messo in stato di accusa per aver istigato l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio – costato la vita a 6 persone – mentre il Congresso si accingeva a certificare l’elezione di Joe Biden a Presidente degli Stati Uniti.
Poche ore prima dell’attacco al Campidoglio, infatti, il Presidente uscente si rivolgeva così alla folla di sostenitori, che indossavano felpe con la scritta MAGA (Make America Great Again) e Civil War, riuniti a Washington per una mobilitazione di massa contro l’elezione di Biden:
Sono il presidente più votato della storia americana, con questi numeri non c’era nessuna possibilità di perdere. Abbiamo avuto 75 milioni di voti e dicono che ho perso. Qualcuno crede che Joe Biden ha avuto 80 milioni di voti? Ha avuto 80 milioni di voti coi computer. Avremo un Presidente illegittimo, non possiamo permetterlo. Marceremo verso il Campidoglio.
Nelle ore successive, quando tutto il mondo politico condannava le azioni di Capitol Hill, il tycoon, dopo aver passato ore ad osservare la situazione in tv, resosi irraggiungibile per il suo stesso staff, rifiutando di dare l’assenso all’intervento della Guardia Nazionale – tanto che si faceva sempre più pesante l’ombra del 25esimo emendamento, che consente di rimuovere un Presidente incapace di adempiere ai suoi doveri – senza prendere le distanza dall’attacco, scriveva in un tweet:
L’assalto al Campidoglio è il genere di cose che succedono quando una sacra vittoria elettorale a valanga viene strappata in modo così sgarbato e maligno da grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente per così tanto tempo. Andate a casa in amore e in pace. Ricordate questo giorno per sempre!
Solamente dopo il duro messaggio del Presidente-eletto Biden, Trump ha condiviso sui social un video per placare la rabbia dei manifestanti, continuando imperterrito a parlare di elezione rubata:
Capisco il vostro dolore, so che state male, abbiamo avuto un’elezione che ci è stata rubata. Tutti lo sanno, soprattutto l’altra parte, ma ora dovete andare a casa. Serve pace. Serve legge e ordine.
Poche ore dopo, il video è stato rimosso da Facebook, Twitter e Youtube.
Successivamente, uno dopo l’altro, tutti i social network hanno bloccato o rimosso dalle loro piattaforme gli account riconducibili a Trump, accusandolo di aver incitato i propri sostenitori a portare avanti l’attacco del Congresso, violando così le linee guida che vietano di condividere contenuti che promuovono violenza e fake news.
Tuttavia, la beffa più grande è arrivata direttamente da uno dei pittoreschi personaggi divenuto simbolo dei fatti del 6 gennaio.
Jacob Anthony Chansley, noto come Jake Angeli, lo “sciamano” della setta complottista QAnon che ha guidato l’assalto a Capitol Hill a torso nudo indossando un cappello di pelliccia e corna da vichingo, dopo essere stato arrestato, ha chiesto al Presidente Trump di concedergli la grazia.
Il legale di Angeli sostiene, infatti, che Trump sia responsabile di quanto accaduto per aver incitato i suoi sostenitori ad attaccare il Campidoglio.
Dopo essere stato lasciato solo dalla stragrande maggioranza dei Repubblicani e anche dai membri del suo staff, Trump ha dichiarato che “il passaggio dei poteri sarà pacifico“, ma non parteciperà alla cerimonia di insediamento del Presidente Biden del 20 gennaio, perché “questo è solo l’inizio della nostra lotta per rendere l’America nuovamente grande!“.
Uno strappo alla tradizione che non stupisce, ma sarà davvero l’ultimo atto di questa commedia, iniziata come farsa e finita in tragedia?
Avvocato e redattrice, nonché co-fondatrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi inviando una mail a v.taddei@inchiostrovirtuale.it