Dopo Infinity War, stavolta è il turno di analizzare il suo sequel, Avengers: Endgame, la chiusura ideale di questo primo enorme capitolo del Marvel Cinematic Universe
Un anno fa avevamo parlato del riuscitissimo Avengers: Infinity War, l’ambizioso terzo film che ha riunito tutti gli eroi Marvel, questa volta per combattere l’implacabile Thanos. Per chiudere il cerchio, dunque, sembra doveroso focalizzarsi sul suo seguito, Avengers: Endgame.
Inizialmente Infinity War ed Endgame dovevano essere un unico film, ma i fratelli Russo, registi di entrambe le pellicole, hanno ritenuto che un’opera unica non avrebbe permesso di sviluppare trame e personaggi (veramente numerosi) quanto avrebbero voluto. Se quest’operazione poteva sembrare una mossa soprattutto commerciale per aumentare gli introiti, dopo aver visto entrambi i film la scelta è sembrata – più che indovinata – inevitabile. Vista la centralità della trama, oggi più che mai è importante dividere la recensione in strati, anche se parlare di Endgame senza fare alcun accenno alle vicende ed alle scelte narrative è piuttosto complicato.
Anche in questo caso, la premessa è che se da un lato c’è la dimensione cinematografica da analizzare, dall’altro non sarebbe corretto non giudicare Endgame come prodotto che va oltre le sue tre ore di proiezione e che rappresenta il culmine dei ventuno film precedenti e di undici anni di narrazione del Marvel Cinematic Universe. Perché se da un lato la pellicola può presentare qualche sbavatura, dall’altro queste imperfezioni passano in secondo piano di fronte all’immensità del progetto che la Marvel ha messo in piedi, realizzando qualcosa che i più accaniti fan dei fumetti sognavano ma reputavano impossibile.
Recensione senza spoiler di Endgame
Anche partendo dalla disamina prettamente cinematografica, comunque, è difficile trovare grandi difetti a questo film. C’è un’oretta di film che potrebbe sembrare un pochino lenta, che in realtà si rivela poi il perfetto bilanciamento per il quantitativo di azioni ed emozioni che permea il resto di Endgame. Ci sono magari un paio di piccoli buchi di trama o, meglio, un paio di scelte narrative un po’ “facilone”. Tornano ad esserci quel paio di battute un po’ fuori luogo, che molti identificano come il trademark negativo delle pellicole Marvel. Per il resto, però, le piccole lacune cinematografiche (tenendo ovviamente conto del genere di riferimento) si fermano qui.
La sceneggiatura
La sceneggiatura si conferma ispirata ed il resto del film si conferma su ritmi alti, simili a quelli di Infinity War (che forse cinematograficamente rimane il punto più alto del MCU). Tutti i personaggi vengono approfonditi ed hanno il loro spazio, il loro momento di gloria. Certo, qualcuno si lamenterà che il proprio personaggio preferito abbia meno importanza, sia stato trattato peggio (ci torneremo nella sezione spoiler), ma in un film corale come questo è inevitabile che accada. Chi senza dubbio è meno approfondito è Thanos, ma per il semplice fatto che Infinity War ha tratteggiato un profilo del Titano che non necessitava di approfondimenti. Gli eroi, invece, devono far fronte alle conseguenze del finale di Infinity War ed è interessante vedere come ognuno ha reagito a questi eventi.
Il cast di Avengers: Endgame
Le performance degli attori sono tutte di alto livello, con alcune eccellenze. Su tutti si erge Robert Downey Jr, vero mattatore di questi primi undici anni di MCU e le cui interpretazioni hanno probabilmente contribuito al successo delle pellicole targate Marvel. Il suo Tony Stark, che prima del salto dalla carta stampata al cinema era un personaggio meno noto, è diventato un’icona pop a tutti gli effetti soprattutto grazie a lui. L’intensità e la versatilità di RDJ in Endgame meritano il giusto riconoscimento.
Appena un gradino sotto Chris Evans, che negli anni ha saputo scrollarsi di dosso l’etichetta della scanzonata Torcia Umana (precedentemente interpretata) per calarsi perfettamente nei panni del più istituzionale Capitan America. I dubbi iniziali sul suo casting sono ormai un lontano ricordo. Per amore di sintesi non possiamo citare tutti gli interpreti meritevoli di menzioni, perciò l’ultimo che elogiamo è Josh Brolin (aka Thanos) che sotto tutta quella computer grafica ha saputo dar vita al miglior villain del MCU.
La colonna sonora di Avengers: Endgame
La colonna sonora ormai è riconoscibile come quella dei più celebri blockbuster, mentre gli effetti speciali e la fotografia si confermano sul livello più alto che ad oggi un film di questo genere può offrire. In particolare, quanto ad epicità la battaglia principale può essere associata a quelle de Il Signore degli Anelli; associazione che, fa piacere constatare, in molti abbiamo fatto.
Considerazioni finali su Avengers: Endgame
Endgame, come detto, non rappresenta solo un ottimo cinecomic, ma è soprattutto il degno epilogo di questa prima macro-fase del MCU. Non esiste un altro film che debba unire i puntini di così tante altre pellicole, ognuna delle quali (in un modo o nell’altro) citate al suo interno. Questo ovviamente penalizza la visione dello spettatore non fidelizzato, che potrà comunque godersi quanto fatto dai fratelli Russo, ma senza cogliere tutte le citazioni al MCU ed anche ai fumetti.
C’è dell’autoreferenzialismo, ma questo è al servizio dell’opera e che non fa che sottolineare l’enorme portata di Endgame. Come già detto in occasione di Infinity War, siamo di fronte ad un prodotto seriale (di cui Endgame è il perfetto finale di stagione) il cui medium non è la televisione (pur essendoci anche serie tv collegate al MCU) ma il cinema. Può legittimamente non piacere, soprattutto perché non tutti i film Marvel sono riusciti, ma vanno riconosciute unicità ed ambizione del progetto che altri franchising stanno provando a seguire con risultati non così convincenti (vedasi la DC Comics).
Ricapitolando, dunque, Endgame non è un film perfetto, ma è il finale perfetto di questo primo capitolo del MCU. A questo punto non resta che valutare le scelte narrative della pellicola, ma per farlo dovremo entrare nella sezione spoiler, sconsigliata a chi non abbia ancora visto il film.
Recensione con spoiler di Avengers: Endgame
Che l’escamotage per ristabilire la situazione precedente allo Snap di Thanos fosse quello dei viaggi nel tempo era piuttosto prevedibile, ma non c’erano altre soluzioni logiche. Molti fan, dalle foto sui set, lo avevano intuito vedendo i dispositivi sulle mani degli attori, così come avevano individuato in Ant-Man il ruolo di personaggio chiave. I viaggi nel tempo sono stati interpretati nell’unico modo possibile, per recuperare le Gemme dell’Infinito dal passato, senza creare paradossi temporali: viaggiare nel tempo non permette di modificare il proprio futuro, perché modificare il passato crea linee temporali alternative, senza ripercussioni per la propria realtà. Viene anche spiegato che quel passato visitato dai viaggiatori in realtà per loro è una sorta di futuro, essendo presentato il tempo come una linea retta e non come un cerchio.
Captain America
Viene da chiedersi, dunque, come abbia fatto Captain America (rimasto nel passato) ad invecchiare nella stessa linea temporale di provenienza e non in una alternativa: forse una linea alternativa si crea solo quando ci sono grandi cambiamenti? Solo quando vengono toccate le Gemme? Probabilmente in futuro verrà spiegato meglio, ma ad oggi la cosa risulta un po’ forzata, ma solo per permettere il passaggio di consegne finale a Falcon (circostanza ripresa dai fumetti: un Cap invecchiato individua Sam come suo erede, alla faccia del povero Bucky).
Thanos
Meno prevedibile che la (prima) sconfitta di Thanos avvenisse dopo pochi minuti, ma la scelta appare indovinata perché lascia nello spettatore un senso di smarrimento e spaesamento simile a quello dei protagonisti di Endgame.
Hulk
Qualcuno è rimasto deluso dallo scarso impatto di Hulk. In realtà in questo film l’Hulk che vediamo non è quello che conosciamo (e ci viene fatto capire molto bene) e potremmo dire che viene messo al centro Banner più di Hulk, in una versione del Golia Verde nota nei fumetti come Doc Green. Probabilmente i fanboy lo volevano più centrale in battaglia, ma il suo ruolo è fondamentale: indossa il Guanto, mettendo a posto le cose, e contribuisce alla creazione della macchina del tempo. Non avrà prevalso con i muscoli, ma con la testa sicuramente.
Thor
Il personaggio di Thor, invece, è stato molto criticato per la sua svolta alla Drugo del Grande Lebowski, dopo un ruolo assolutamente epico nel film precedente. In realtà la svolta è verosimile, quello in cui si è esagerato è l’insistere su battute e situazioni comiche attorno al personaggio. Se fossero state evitate in un paio di circostanze (soprattutto durante il viaggio nel tempo) Thor ne avrebbe sicuramente giovato. C’è da dire che, nonostante la scarsa forma fisica, dopo il colloquio con la madre riesce a riabilitarsi ed a tornare più lucido e combattivo, tanto da impugnare sia Stormbreaker che Mjolnir nella battaglia con Thanos (anche qui, citazione ai fumetti). A proposito di Mjolnir, la scena in cui Cap lo brandisce rimanda al secondo film degli Avengers, in cui Steve stava già per sollevarlo; inutile dire che, anche in questo caso, la scena sia stata ripresa dal medium cartaceo.
Tony Stark
In ultimo, la morte di Tony Stark chiude il cerchio perfettamente, essendo iniziato tutto dal suo film del 2008. Simbolica la frase che pronuncia prima di utilizzare le Gemme e condannarsi quindi a morte, la stessa che chiude il primo Iron Man, ossia “Io sono Iron Man”. Come detto, autoreferenziale ma con criterio.
Considerazioni finali su Avengers: Endgame
I rimandi al cartaceo e ad altre pellicole sono veramente tantissimi, perciò non possiamo dilungarci a fornire un elenco completo (anche se non possiamo omettere che questo è il primo film in cui viene pronunciato il celebre motto “Avengers Assemble!”, in Italia noto come “Vendicatori Uniti!”). Basti sapere che questi riferimenti sono un valore aggiunto per chi segue il franchising che, come detto, non rovinano la visione allo spettatore meno esperto.
Non possiamo, dunque, che fare i complimenti alla Marvel per questo film e per questi suoi primi undici anni, curiosi di vedere come andrà avanti il MCU. Perché la parola fine, come già annunciato, è stata messa solo su un capitolo di questa saga (anche se formalmente sembra che l’ultimo capitolo della Fase Tre del MCU sarà Spider-Man: Far From Home), non su questo universo narrativo.
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