Rapporto globale sulla crisi alimentare 2025.

295,3 milioni di persone in grave insicurezza alimentare in 53 Paesi nel 2024. Oltre 10,2 milioni di bambini colpiti da malnutrizione acuta grave in 26 Paesi. In Sudan e Gaza, oltre il 95% delle persone in fase IPC 5, cioè in condizioni simili alla carestia. Azione Contro la Fame: “Serve un’azione immediata e coordinata per fermare questa escalation”.

I numeri del Global Report on Food Crises 2025 (Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari), pubblicato il 16 maggio, tracciano un quadro allarmante: lo scorso anno, quasi 300 milioni di persone hanno vissuto condizioni di grave insicurezza alimentare acuta, con un aumento di 13,7 milioni rispetto al 2023. È il sesto anno consecutivo in cui si registra un peggioramento.

“Quasi 300 milioni di persone non sanno se riusciranno a mangiare domani: è un dato che parla da solo. A pagare il prezzo più alto sono le popolazioni intrappolate nei conflitti. A Gaza e in Sudan, la situazione ha superato ogni limite, colpendo bambini, donne e intere famiglie”, dichiara Simone Garroni, Direttore Generale di Azione Contro la Fame.

Conflitti, clima e tagli ai fondi: le radici della fame globale

Le cause della fame si aggravano e si intrecciano sempre più:

  1. i conflitti restano la principale causa dell’insicurezza alimentare acuta. In Sudan, Gaza, Myanmar e Haiti, la violenza impedisce l’accesso al cibo;
  2. la crisi climatica intensifica eventi estremi come siccità e inondazioni, colpendo milioni di persone in Paesi come Etiopia, Pakistan e Afghanistan;
  3. i tagli ai finanziamenti umanitari minacciano servizi vitali: 14 milioni di bambini rischiano di perdere l’accesso all’assistenza nutrizionale. In alcuni contesti, i fondi per gli aiuti alimentari potrebbero essere oggetto di riduzioni fino al 45%.

Emergenze estreme: la fase IPC 5

Ciò che è particolarmente allarmante è che diversi Paesi hanno raggiunto la fase più alta di crisi alimentare acuta: la fase IPC 5Catastrofe/Carestia[1]. Ciò significa che le persone vivono una condizione estrema: hanno esaurito ogni mezzo per procurarsi il cibo e affrontano un rischio concreto di morte. Il rapporto offre ulteriori dati che evidenziano la drammaticità della situazione:

  • il numero di persone coinvolte in situazioni di Catastrofe/Carestia (IPC/CH Fase 5) è più che raddoppiato tra il 2023 e il 2024, principalmente a causa dei conflitti. Oltre il 95% di queste persone vive nella Striscia di Gaza e in Sudan, mentre le popolazioni del Sud Sudan, di Haiti e del Mali hanno raggiunto questo livello estremo di insicurezza alimentare acuta;
  • in Sudan, la carestia è stata confermata in 10 regioni, mentre altre 17 sono considerate ad alto rischio;
  • nella Striscia di Gaza, nel 2024, il 100% della popolazione era colpito da insicurezza alimentare acuta. Secondo il rapporto, quasi la metà si trovava nella seconda fase più grave (“Emergenza”), dunque a un passo dalla carestia;
  • nel 2024, NigeriaSudanRepubblica Democratica del Congo e Bangladesh erano i Paesi con la popolazione più numerosa colpita da alti livelli di insicurezza alimentare acuta, con almeno 23 milioni di persone ciascuno. Insieme, questi quattro Paesi rappresentano oltre un terzo di tutte le persone in situazioni di crisi (fase IPC/CH 3, 4 e 5);
  • sempre nel 2024, 37,7 milioni di bambini in 26 Paesi soffrivano di malnutrizione acuta (MAM), di cui oltre 10,2 milioni erano affetti da malnutrizione acuta grave (SAM). Un dato reso ancora più allarmante alla luce del fatto che 14 milioni di bambini rischiano l’interruzione dei servizi nutrizionali essenziali a causa dei tagli nai finanziamenti. Inoltre, in 21 Paesi, più di 10,9 milioni di donne in gravidanza o in allattamento soffrivano di malnutrizione acuta.

È importante un’azione decisa

“I dati contenuti in questo rapporto rappresentano un appello urgente che la comunità internazionale non può più ignorare. Bisogna agire subito per fermare questa escalation”, sottolinea Simone Garroni. “La fame si può fermare: occorre agire su disuguaglianze, conflitti, cambiamenti climatici e politica internazionale. Serve una risposta immediata, strutturata e all’altezza della crisi in atto”.

In quanto organizzazione umanitaria internazionale, Azione Contro la Fame è attiva in molti dei Paesi maggiormente colpiti da crisi alimentari acute, conflitti e disastri climatici, tra cui Sudan, Yemen, Gaza, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Afghanistan. L’organizzazione interviene fornendo cibo, acqua pulita e assistenza medica a bambini malnutriti, donne incinte, sfollati e comunità vulnerabili.

Cos’è il Global Report on Food Crises (Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari)

Il Global Report on Food Crises (Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari) è una delle analisi più autorevoli sull’insicurezza alimentare acuta. È prodotto ogni anno da una rete internazionale guidata dal Food Security Information Network (FSIN). Il rapporto monitora e analizza l’evoluzione delle crisi alimentari nel mondo, offrendo uno strumento cruciale per guidare interventi e politiche internazionali.

Come contribuire?

  • Bonifico bancario IBAN: IT98 W030 6909 6061 0000 0103 078 – CF: 97690300153
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Tutte le donazioni godono dei benefici fiscali previsti per le ONLUS. A marzo sarà inviato un riepilogo delle donazioni effettuate nell’anno fiscale.

Azione Contro la Fame

Azione Contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a garantire a ogni persona il diritto a una vita libera dalla fame. Specialisti da 46 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione.

Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile. Ogni anno aiutiamo 21 milioni di persone.


[1]La classificazione IPC (Integrated Food Security Phase Classification) è un sistema internazionale riconosciuto per valutare la gravità dell’insicurezza alimentare acuta. La Fase 5 – Catastrofe/Carestia indica una situazione estrema in cui le persone hanno esaurito ogni capacità di far fronte alla fame, si trovano senza cibo o altri mezzi di sostentamento e affrontano un rischio concreto di morte.