Pawel Adamowicz

Termina la collaborazione con Eco Internazionale

In questo ultimo appuntamento con Eco Internazionale, ci spostiamo in Polonia e lasciamo la parola a Valentina Pizzuto Antinoro per saperne di più su chi fosse Pawel Adamowicz, sindaco di Danzica, morto in diretta tv durante un evento di beneficenza. Buona lettura!

Un articolo di Valentina Pizzuto Antinoro

Sabato scorso (19 gennaio, n.d.r.) si sono svolti i funerali di Pawel Adamowicz, sindaco di Danzica, morto lunedì accoltellato in diretta tv durante un evento di beneficenza per raccogliere fondi per gli ospedali. Secondo i testimoni l’attentatore, un ventisettenne appena uscito dal carcere per rapina a mano armata, dopo aver ferito gravemente Adamowicz ha urlato di essere stato incarcerato ingiustamente durante il governo di Piattaforma Civica, partito di cui il sindaco faceva parte.

Adamowicz, nato a Danzica nel 1965, cominciò a occuparsi di politica fin da giovane.

Studente di giurisprudenza, pochi anni prima della caduta del Muro partecipò all’organizzazione degli scioperi sostenuti da Lech Wałęsa, fondatore del sindacato Solidarność nonché premio Nobel per la pace nel 1983. Eletto consigliere comunale di Danzica nel 1990 e sindaco dal 1998, Adamowicz era stato rieletto nel 2018 per la sesta volta consecutiva con il 65% dei voti.

Promotore di iniziative in diretto contrasto con il governo polacco e simbolo dell’impegno per i diritti, Adamowicz è divenuto il volto della Polonia aperta al mondo, operando a favore della comunità LGBT e dei migranti. Si è inoltre opposto alle leggi con le quali il governo nazional populista, guidato dal partito Diritto e giustizia (PiS), ha reso la Corte Suprema polacca organo dipendente dal governo e indebolito l’indipendenza dei media. Ciò ha portato Adamowicz a diventare un punto di riferimento non solo per la sua città ma anche per l’ala progressista liberare polacca.

Questa sua visione politica fortemente in opposizione con quella del partito di governo ha rappresentato un’alternativa alla maggioranza sovranista che negli ultimi anni ha cercato di accentrare sempre di più il proprio potere nelle mani di pochi.

Nonostante sia stato dichiarato dal vice ministro dell’interno, Jaroslaw Zielinsk (PiS), che in passato l’attentatore abbia sofferto di disturbi mentali, occorre non sottovalutare il clima di odio ormai diffuso nel territorio polacco. Secondo molti osservatori, infatti, l’assassinio del sindaco di Danzica è la prova lampante che in Polonia come in Europa l’odio e la divisione politica sono condizioni consolidate, e che l’attentatore sia stato influenzato dalla campagna denigratoria contro i democratici polacchi fomentata dalla destra nazionalista.


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