Mimì la Bohème

“Sì, mi chiamano Mimì, ma il mio nome è Lucia”

Inizia così l’aria Mi chiamano Mimì, forse la più celebre dell’opera La Bohème, che vede protagonisti Lucia, detta Mimì, e Rodolfo, prede di un amore sconfinato. La prima andò in scena a Torino nel 1896 e proprio oggi, 1 febbraio, ricorre l’anniversario; così ho deciso di dedicare a Giacomo Puccini e a Mimì questo articolo (non so voi, ma io penso che la lirica sia vera e propria arte).

La Bohème di Puccini

Forse non tutti sanno che la Bohème di Puccini non è un’opera originale, ma prende spunto dal romanzo di Henri Murger Scene della vita di bohème. Puccini ci mise ben tre anni a completarla, per via delle difficoltà di adattare il testo alla musica, e alla fine, quando l’opera vide la luce nel 1896, fu un completo fiasco.

La critica massacrò l’opera in maniera feroce, sebbene la reazione del pubblico fosse un po’ più lusinghiera. Ovviamente ci volle poco affinché cambiasse idea, consacrandola a capolavoro.

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Mimì e Rodolfo

I protagonisti dell’opera sono Mimì e Rodolfo. Lei è una ricamatrice, lui un poeta squattrinato, che vive assieme ai suoi amici bohèmiens, e il loro incontro avviene a causa di un lume spento: infatti, Mimì bussa alla porta dei vicini per chiedere di potere riaccendere il lume; ad aprire è Rodolfo, che rimane folgorato dalla sua bellezza.

La tragedia, ahimè, è dietro l’angolo. Mimì è malata di tubercolosi e dunque l’amore con Rodolfo è destinato a finire.

Adolf Hohenstein

A occuparsi di tutte le illustrazioni dell’opera, a partire dalla locandina, fu Adolf Hohenstein, un illustratore, pubblicitario e pittore russo. I suoi manifesti sono considerati vere e proprie opere d’arte. Hohenstein fu illustratore non solo della locandina de La Bohème e di alcuni bozzetti riguardanti l’opera, ma anche della Tosca nel 1899…

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… e di Madama Butterfly, sempre di Puccini.

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Inoltre illustrò opere di Richard Wagner, Giuseppe Verdi e Pietro Mascagni. Ovviamente le illustrazioni di Hohenstein non furono circoscritte alle opere liriche e di teatro. Celebri sono i suoi manifesti pubblicitari per il Corriere della Sera e Campari.

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Maria Callas e le altre Mimì

La Mimì per eccellenza, nonostante le innumerevoli rappresentazioni, è Maria Callas; la sua interpretazione è tuttora una delle più celebri (eccola qui, se volete ascoltarla). La Callas ha interpretato alcune delle arie più belle e intense e, ancora oggi, a più di quarant’anni dalla sua scomparsa, resta nell’immaginario la regina della lirica.

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Maria Callas ha interpretato Mimì sul disco.

Altra celebre interprete di Mimì fu Mirella Freni, che la interpretò per la prima volta nel 1963, mentre più recentemente, nel 2012, a dar vita a Mimì è stata Angela Gheorghiu.

Tra gli interpreti di Rodolfo impossibile non citare Luciano Pavarotti e Placido Domingo.

Giacomo Puccini: la vita e le opere

Ma dopo aver parlato dell’opera, cosa sappiamo del suo compositore? Ebbene, Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini, noto soltanto (e per fortuna) come Giacomo Puccini, nasce a Lucca e deve la sua passione per la musica al padre, benché non abbia davvero avuto modo di conoscerlo a causa della prematura morte del genitore.

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Giacomo Puccini.

Studente meno che mediocre, in età adulta trova la sua dimensione solo nelle sue opere. Tra le più celebri troviamo La Bohème, Tosca, Madama Butterfly e l’incompiuta Turandot.

A Puccini venne infatti diagnosticato un tumore inoperabile; nonostante ciò, venne comunque sottoposto a un’operazione sotto anestesia, dalla quale non si riprese, morendo pochi giorni dopo. A terminare la Turandot furono Arturo Toscanini e Franco Alfano. Non tutti sanno però che, la sera della prima, Toscanini interruppe la rappresentazione sull’ultima nota che Puccini scrisse di suo pugno, decidendo di non andare oltre e di non eseguire il resto dell’opera.

Giacomo Puccini a Nagasaki

Nella città giapponese di Nagasaki è presente una statua che rappresenta il celebre compositore italiano. È stata un dono della città di Lucca, e in particolare della Fondazione Festival Puccini, in occasione della rappresentazione di Madama Butterfly che si è tenuta nella città di Tokyo nel 2001.

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Ebbene, siamo giunti alla fine di questo articolo atipico all’insegna della lirica, una forma d’arte con mille sfaccettature e voci che ha tanto da dire, ma che purtroppo non sempre, ai nostri giorni, è apprezzata come merita.

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Scritto da:

Serena Aiello

Ex studentessa ormai (e finalmente) laureata, lettrice vorace e scrittrice per diletto. Raramente mi interesso ad un solo argomento, mi piace scoprire nuove cose e mi piace confrontare le mie idee con quelle degli altri, cosa che spero accadrà con i miei articoli.