Cristiano Ronaldo

Cristiano Ronaldo alla Juventus potrebbe essere il colpo del secolo, ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Cristiano Ronaldo alla Juventus è qualcosa che fino a qualche settimana fa avremmo definito un sogno irrealizzabile, non più di una fake news da calciomercato. Eppure l’affare più oneroso della storia del calcio italiano, che batte record su record nei costi, anche per i tifosi visti i rincari dei prezzi degli abbonamenti e del merchandise, si è concluso e domani ci sarà la presentazione-show del giocatore a Torino.

La domanda che tutti si pongono, però, è: da cosa è realmente stato attratto Cristiano Ronaldo? Si tratta davvero di un formidabile colpo di mercato o sotto sotto costituisce anche una colossale operazione di vantaggio fiscale?

L’addio al Real Madrid era nell’aria già da un anno, ma certamente non per la necessità di trovare nuovi stimoli. Il talento portoghese, infatti, è finito nelle grinfie del fisco spagnolo che gli ha imputato diversi contratti di sponsorizzazione mai denunciati e mai tassati nel modo corretto. Secondo i documenti diffusi da Football Leaks, Ronaldo ha utilizzato una holding in Lussemburgo e un fondo fiduciario nel paradiso fiscale sulla Manica, precisamente sull’isola di Jersey eludendo al fisco iberico guadagni per 14,7 milioni di euro tra il 2011 e il 2014, anni nei quali CR7 avrebbe “ceduto” i diritti d’immagine alla Tollin Associates LTD, società delle Isole Vergini Britanniche, che li avrebbe poi passati all’azienda irlandese Multisport&Immagine Managemente LTD. Il calciatore si è riconosciuto colpevole, come molti suoi colleghi illustri (da Leo Messi a Modric, da Marcelo a Mascherano) ed ha sborsato ben 18.8 milioni di euro.

E quindi paese che vai, fisco che trovi? Non esattamente. Grazie alla Legge di stabilità 2017, Cristiano Ronaldo per tutti i redditi che non sono stati dichiarati entro i confini italiani potrà pagare una cifra forfettaria pari a 100mila euro all’anno, mentre i suoi parenti potrebbero ottenere un regime fiscale agevolato versando una forfait di 25mila euro ciascuno. Ai sensi dell’articolo 24-bis del Tuir, infatti, coloro che non hanno avuto residenza in Italia in 9 degli ultimi 10 anni, possono esercitare l’opzione per l’imposta sostitutiva, al fine di pagare una cifra forfettaria di 100mila euro per i redditi prodotti all’estero.

Anche se in questo particolare regime fiscale non rientreranno i 30 milioni di euro che Cristiano Ronaldo percepirà annualmente dalla Juventus, questa flat tax per ricchi gli consentirà di risparmiare vari milioni di euro in tasse.

Per la società, invece, l’aver comprato il portoghese costerà complessivamente circa 400 milioni di euro: 100 milioni di cartellino, più 12 milioni di oneri accessori, che fondamentalmente rappresentano la commissione del procuratore Jorge Mendes, e 30 milioni di euro netti a stagione per quattro anni al giocatore.

Se da un lato i tifosi gioiscono per l’arrivo del campione che ha detto addio ai mondiali insieme al suo Portogallo, dall’altra gli operai della Fiat hanno proclamato due giorni di sciopero negli stabilimenti di Melfi a partire dalle 22 di domenica 15 luglio fino alle 6 di martedì 17, denunciando come sia inaccettabile spendere centinaia di milioni di euro per l’acquisto di un calciatore vista la crisi economica non ancora superata.

Si legge nel comunicato con cui l’Unione Sindacale di Base:

“Ci viene detto che il momento è difficile, che bisogna ricorrere agli ammortizzatori sociali in attesa del lancio di nuovi modelli che non arrivano mai. E mentre gli operai e le loro famiglie stringono sempre più la cinghia la proprietà decide di investire su un’unica risorsa umana tantissimi soldi. Siamo tutti dipendenti dello stesso padrone ma mai come in questo momento di enorme difficoltà sociale questa disparità di trattamento non può e non deve essere accettata, soprattutto perché gli operai Fiat hanno fatto la fortuna della proprietà per almeno tre generazioni, arricchiscono chiunque si muova intorno a questa società, e in cambio hanno ricevuto sempre e soltanto una vita di miseria”.

Secondo l’organizzazione, la proprietà:

“Dovrebbe investire in modelli auto che garantiscano il futuro di migliaia di persone piuttosto che arricchirne una soltanto, questo dovrebbe essere il fine di chi mette al primo posto gli interessi dei propri dipendenti.”

In pratica, i sindacati stanno mettendo sullo stesso piano lo stipendio di un calciatore e quello degli operai, e confondendo i costi che ruotano attorno alla società di calcio con quelli dell’azienda della famiglia Agnelli. Stupidità del paragone a parte, gli operai della Fiat, applicando la logica e le leggi dell’economia, dovrebbero festeggiare l’arrivo di un campione del calibro di Cristiano Ronaldo, che non deve essere visto come un costo ma come un investimento.

Anche se il collegamento logico potrebbe non essere immediato, si dovrebbe considerare che avere Ronaldo come testimonial non potrà che giovare a tutti i dipendenti. Nel più semplicistico degli esempi, le milioni di maglie di CR7 che saranno vendute faranno sì più ricca la Juve, ma anche il commerciante che le vende, l’imprenditore che le fabbrica e i loro dipendenti che avranno un posto di lavoro più sicuro.

Scioperare per gli stipendi da capogiro dei calciatori e per le esorbitanti spese che ruotano attorno al mondo del calcio non è solo fine a sé stesso e prettamente inutile, in questo caso è anche controproducente, è come scioperare contro se stessi.

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Scritto da:

Virginia Taddei

Avvocato e redattrice, nonché co-fondatrice di Inchiostro Virtuale.
Potete contattarmi inviando una mail a v.taddei@inchiostrovirtuale.it