Bellezza e cosmesi - Antica Grecia

Secondo capitolo della rubrica “Bellezza e cosmesi nella storia”: oggi parleremo dell’ideale di bellezza nell’antica Grecia, quello della perfezione e dell’equilibrio, che ha ispirato tante culture ad esso contemporanee e successive.

La bellezza nell’antica Grecia

A partire dalla Grecia classica (V sec. a.C.), si affermarono veri e propri canoni estetici. L’ideale del corpo greco vive su un’idea di bellezza che ha dominato i millenni, almeno in ambito europeo.

Ad essa gli antichi Greci associavano i concetti di grazia, misura e soprattutto proporzione: un corpo è bello quando esiste equilibrio, simmetria e armonia, tra tutte le sue parti e tra ciascuna di esse e la figura intera.

Sono specialmente le statue raffiguranti Venere, la dea dell’amore, della fertilità e della bellezza, che ci permettono di conoscere gli standard estetici del tempo, tant’è che uno degli ideali perfetti di bellezza femminile è la Venere di Milo (fine II sec. a.C.), che presenta morbide forme e curve sensuali, estremamente proporzionate.

Bellezza e cosmesi nell'antica Grecia - Venere di Milo
La Venere di Milo. Questa statua, scolpita da Alessandro di Antiochia, è custodita al Museo del Louvre di Parigi.

La bellezza maschile era invece rappresentata dall’atleta, dotato di pronunciata muscolatura, che trasmette forza e potenza.

La cura del corpo nell’antica Grecia

Per detergere il corpo da polvere e sudore, utilizzavano uno strumento apposito: lo strigile, una sorta di mezzaluna in metallo che, passata sul corpo assieme a unguenti e oli, raccoglieva lo sporco.

L’olio di mastice e unguenti profumati venivano utilizzati per prevenire e coprire cattivi odori, tra cui l’alitosi, che si combatteva masticando una sostanza a base di mastice ed erbe aromatiche.

I capelli venivano colorati con tinture e frizionati con unguenti a base vegetale per rinforzarli e proteggerli dal sole. Per la depilazione venivano adoperati appositi rasoi, pinzette e una mistura a base di orpimento (solfuro di arsenico).

La cura della pelle

Le donne dell’antica Grecia consideravano una pelle liscia e profumata la base imprescindibile per essere belle, quindi si sottoponevano a trattamenti degni dei migliori centri di bellezza: utilizzavano maschere a base vegetale sul viso prima di andare a dormire, per contrastare rughe e macchie, che la mattina dopo rimuovevano con del latte, e facevano un peeling esfoliante sul corpo cospargendolo di olio d’oliva, per poi strofinarlo con la pietra pomice e soda naturale.

Altri oli essenziali meno raffinati venivano impiegati per preparare i profumi; mirra, pino, giglio, zafferano e viola erano tra le essenze più in voga, ma la più apprezzata fu, probabilmente, quella di rose, citata anche in un verso dell’Iliade omerica in riferimento alla preparazione del corpo di Ettore prima del rogo funebre.

Il make-up delle donne greche

Erano solite truccarsi con una base viso costituita da biacca (carbonato di piombo), per conferire alla pelle il colore bianco tipico dei canoni di bellezza femminili vigenti allora, e una sorta di rossetto a base di ocra rossa e succo di more, che passavano su gote e labbra per apparire in buona salute.

Ciglia e sopracciglia erano scurite con una tintura nera chiamata stìmmis, ricavata dall’antimonio; le palpebre colorate con polvere di antimonio, ocra, noccioli bruciati, ossidi di ferro e rame.

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Scritto da:

Alessandra Leo

Mi chiamo Alessandra Leo, sono laureata in Scienze della Comunicazione e pubblicista.
Adoro il mondo beauty, in particolare il make-up e la skincare, ma un'altra mia passione è l'esoterismo e tutto ciò che riguarda streghe e magia.