Allunaggio, storia e curiosità. Nella foto, Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla luna,.

Ossia, quando l’uomo andò sulla luna

Dieci giorni fa ricorreva il cinquantesimo anniversario del primo allunaggio.

Era il 20 luglio del 1969, ore 2:56 UTC (Tempo Coordinato Universale o tempo civile, che si basa sul tempo medio di Greenwich da cui partono tutti i fusi orario) quando il comandante dell’Apollo 11, Neil Armstrong, mosse i primi passi sul suolo lunare entrando nella leggenda e, nel farlo, pronunciò la famosa frase: «Questo è un piccolo passo per (un) uomo, un gigantesco balzo per l’umanità».

Ma di questo avrete sicuramente sentito parlare, avrete letto articoli, seguito interviste e ricostruzioni e magari avrete visto Quella notte sulla luna,  lo speciale di Ulisse in cui Piero e Alberto Angela ci hanno fatto rivivere le emozioni di quella notte.

In Italia la Rai organizzò una diretta che durò ben 28 ore, interrotta solo occasionalmente da qualche documentario o telefilm.

I conduttori dell’epoca hanno dichiarato in un’intervista che, per reggere alla stanchezza, presero centinaia di caffè e tanta vitamina C, mentre per combattere il caldo soffocante e rispettare le rigide regole del bon ton anni ’60 (che voleva i presentatori in giacca e cravatta) tolsero i pantaloni e continuarono la diretta in mutande. Tanto le massicce scrivanie dell’epoca avrebbero celato qualsiasi cosa!

Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin.

Perché non andiamo più sulla luna?

Quello che vorrei affrontare con voi, però, è: perché puntiamo a Marte se sulla una non andiamo dal ’72? La distanza è relativamente breve, infatti il satellite orbita a 384mila chilometri di distanza dalla Terra, solo due giorni di viaggio.

Sicuramente non è un problema di tecnologie, se si pensa che il computer delle missioni Apollo aveva più o meno la potenza di un telefonino, mentre l’intero sistema di computer di Houston, cuore della missione, aveva quella di un attuale personal computer; inoltre in 50 anni abbiamo fatto passi avanti in questo campo, tanto da rendere meno pionieristica e pericolosa di un tempo l’idea di visitare il nostro satellite.

La motivazione del perché, da più di 35 anni manchiamo dal suolo lunare, è principalmente economica.

Quando Armstrong mise il primo piede sulla luna eravamo in piena guerra fredda e il riuscire nell’impresa nascondeva una dimostrazione di muscoli. Era una guerra che prevedeva la conquista del nostro asteroide; lo stato americano investiva nella NASA il 4% del budget federale, mentre oggi l’investimento si attesta solamente allo 0,4%.

Quindi, la cifra che la NASA ha a disposizione per quest’anno (2019) si aggira sui 19 miliardi. Se vi sembrano tanti considerate che le forze armate statunitensi godono ogni anno di un finanziamento di circa 600 milioni di dollari, esclusa la guardia costiera, ovviamente, che ha un budget a parte.

Le teorie complottiste sull’allunaggio

Se invece prediligete le spiegazioni più intriganti, allora farete vostra una delle più classiche teorie complottiste, quella che sostiene che durante i viaggi dell’Apollo si è scoperto che sul lato oscuro della luna sono presenti basi extraterrestri. Veri e propri avamposti in cui si controlla ciò che succede sulla Terra, senza avvicinarsi troppo.

Alcuni pensano che il dirottamento verso Marte rientri in un accordo che permetterebbe all’uomo di continuare l’esplorazione spaziale, non infastidendo i nostri extra-vicini. Una sorta di vivi e lascia vivere, insomma! Questa sarebbe anche la spiegazione del buco di comunicazione di un paio di minuti tra Armstrong, Buzz Aldrin (il secondo astronauta sceso sulla luna) e la NASA.

Già prima di scendere dal Modulo Eagle che li portò a terra (o meglio, a luna!) gli astronauti chiesero di conoscere l’esatta posizione del razzo che li aveva fatti entrare in orbita; da Houston risposero che si trovava a 6.000 miglia nautiche, circa 11mila chilometri. Allora cos’era quel grande oggetto che vedevano attraverso l’oblò? Non era sicuramente il loro razzo.

Le foto

Anche il fatto che le foto siano quasi tutte di Aldrin e pochissime di Armstrong alimenta il mito che ci fosse qualcosa di strano nell’allunaggio; inoltre, al momento della discesa la comunicazione si sarebbe bruscamente interrotta. In agguato sulla terra, però, c’era uno stuolo di radioamatori che intercettavano da casa le comunicazioni tra gli astronauti e Houston, che riferirono di aver sentito chiaramente Armstrong e Aldrin chiedere:

“Che cosa sono? Che cosa sono? Potete dirci che cosa sono? Oh Dio, non ci credereste. Siamo qui, stiamo tutti bene, ma abbiamo dei visitors. Vi dico che ci sono altre navi spaziali qui e sono tutte allineate al bordo del cratere”.

Ovviamente di questo non c’è traccia nelle foto e nei video contenuti nel National Archives; dei 700 nastri della missione ne sono misteriosamente spariti 698 e l’unica macchina rimasta in grado di trasmetterli non esiste più: era conservata al Goddard Space Flight Center’s Data Evaluation Lab, chiuso e smantellato per mancanza di fondi. Quando si dice il caso.

Kubrick e il falso allunaggio

Altri seguaci della teoria del complottismo sostengono che quello che non torna nelle foto e negli audio è che sulla luna non ci siamo mai andati!

Sì, avete capito bene, tutto sarebbe un’immensa e complicata messa in scena perché, messi alle strette dalla guerra fredda, i vertici NASA decisero di simulare lo sbarco sulla luna. Così ingaggiarono Kubrick, che giusto giusto nel 1968 aveva girato 2001 Odissea nello spazio, dunque risultava la persona più qualificata.

Allunaggio - Battuta del Web su Kubrick
Battuta scovata sul web, a proposito di Kubrick e allunaggio
Gli indizi nella macchina da scrivere di Shining 

Il filmato di 30 minuti venne girato in un teatro di posa, ma Kubrick si pentì e disseminò The Shining d’indizi per svelare il complotto.

Tra tutte scelgo di proporvi il messaggio sulla macchina da scrivere, messaggio che per i complottisti equivarrebbe a una sorta di confessione: innanzitutto non è presente nel libro di King da cui il film è tratto, inoltre in quel modello di macchina da scrivere la L e l’1 si scrivono nello stesso modo, quindi la frase si leggerebbe:

“A11 work and no play makes Jack a dull boy. (A11 sta per Apollo 11)”
“Il lavoro sull’Apollo 11 rende Jack/Kubrick un ragazzo noioso”.

Messaggi nascosti in The Shining- la macchina da scrivere
Per la serie teorie complottiste sull’allunaggio, i messaggi nascosti in The Shining: la macchina da scrivere

Chi dà credito alla teoria scientifica sostiene, ovviamente, che sia tutto frutto di fantasia, che le foto risultano strane per la presenza delle crocette, dette “marcatori fiduciari”, che servivano per calcolare le proporzioni e le distanze tra i singoli oggetti sulla luna.

Inoltre sarebbe stato impossibile per la NASA falsificare gli atterraggi: troppe persone erano coinvolte, non tutte a paga governativa, e sarebbe stato difficile far mantenere il segreto. Allora si dovrebbe pensare che abbiano creato la scena dell’allunaggio all’insaputa degli addetti ai lavori, ricreato ogni dato, ogni documento, ogni esperimento  e ogni risultato. Un po’ troppo anche per il complottista più organizzato!

Immondizia sulla luna

Anche se è vero che non abbiamo più messo piede sulla luna, è altrettanto vero che la presenza umana si è fatta sentire anche dopo la chiusura dei programmi di allunaggio con umani.

Molte nazioni iniziarono a mandare sul nostro satellite sonde esplorative. Il Giappone inviò nel 1990 la sonda Hiten-Hagoromo, che testava, tra le altre cose, una rotta più economica. Il satellite, costituito da due parti, si schiantò sul suolo lunare nel 1993, dopo aver esaurito il combustibile.

Poi fu la volta dell’India con Aditya nel 2008 e della Cina nel 2009 e 2013, rispettivamente con Chang’e 1 e Chang’e 3, tutte schiantatesi sulla luna al termine della missione, così come la Smart-1 dell’Agenzia Spaziale Europea, partita nel 2003 per testare un nuovo carburante e fare una mappa a raggi X della luna e schiantatasi sulla superficie nel 2006.

Se a questo aggiungiamo che le varie missioni Apollo abbandonavano sul suolo lunare tutte quelle apparecchiature che, dopo la raccolta dei reperti, non erano più necessarie (sistema portatile di sopravvivenza, telecamere, strumenti geologici, ecc.) in modo da alleggerire la fase di risalita, beh, il concetto d’inquinamento sale ad un livello superiore.

SpaceX, l’allunaggio per i ricchi

Comunque non c’è da preoccuparsi, se volete andare sulla luna, alieni o meno, sappiate che a breve ci potrebbero essere delle novità. C’è, infatti, una generazione di miliardari che va matta per lo spazio e di fatto sta aprendo il volo spaziale ai privati. Non serve più la NASA per andare sulla luna!

La più famosa tra queste è la SpaceX del miliardario Elon Musk: un imprenditore, inventore e filantropo sudafricano con cittadinanza canadese, naturalizzato statunitense, che per la sua passione per le invenzioni e lo stile di vita viene considerato il vero Iron Man. La SpaceX punta a portare i turisti nello spazio e – perchè no?! – sulla luna!

Elon Musk davanti a poster di Iron Man
Elon Musk: l’Iron Man in carne e ossa che punta all’allunaggio dei turisti!

A ognuno la sua luna!

Comunque la pensiate (ci siamo andati, non ci siamo andati, condividiamo le basi lunari con gli alieni) è chiaro che la luna resterà sempre nei nostri sogni, nei nostri desideri, a metà tra la conquista e l’avventura. Per qualcuno magari è ancora fatta di formaggio.

Per quel che mi riguarda, la luna è quella riflessa nel pozzo in cui cade Cocco, padre di Cocchina, bimba viziata che pretende dal padre nientemeno che la luna! Questa garbata commedia di Guido Stagnaro per bambini, che io ho conosciuto vari anni dopo tramite un audiolibro, veniva rappresentata – guarda caso – tra il ’68 e il ’69, al teatro Piccolo di Milano e s’intitolava Papà, papà anch’io voglio la luna!

Locandina.
Consigli di lettura

Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche quello dedicato alla luna nelle opere d’arte!

Scritto da:

Cristina Stecchini

Mi chiamo Cristina, sono nata di giovedì e sono un sagittario!
Mi piace chiacchierare, conoscere persone e sono a mio agio anche a una festa in cui non conosco nessuno. Cerco sempre il lato positivo delle cose e il mio motto è "c'è sempre una soluzione"!
Maniaca della programmazione, non posso vivere senza la mia agenda.
Ho studiato linguaggi dei media e da quasi 20 anni mi occupo di comunicazione per una grande azienda di telefonia.
Nel tempo libero mi piaceva leggere, viaggiare, guardare i film, andare a teatro. Ora invece ho due gemelle di 7 anni che, se da una parte assorbono quasi tutte le mie energie, dall'altra mi hanno donato un nuovo e divertente punto di vista.
Per tutti questi motivi vi parlerò di storie e leggende.